Il designer italiano Walter De Silva, vincitore del Premio Barsanti e Matteucci 2018, visita la Fonderia d’Arte Massimo Del Chiaro
a cura di Ugo Cirilli – foto Giacomo Donati
In occasione dell’assegnazione del Premio Barsanti e Matteucci 2018 a lui conferito, il designer Walter De Silva ha visitato la Fonderia d’Arte Massimo Del Chiaro a Pietrasanta.

L’automobile non è solo motore, tecnologia, pneumatici e potenza. L’automobile è anche design, bellezza, fascino che deriva dalla rappresentazione di uno stile di vita, di un’estetica particolare, quasi di una personalità. Con un gioco di parole potremmo dire che, oggi che la scelta di modelli di auto è vastissima, il mezzo non deve solo condurre ma anche sedurre il cliente.

Non sorprende quindi il fatto che quest’anno il premio Barsanti e Matteucci di Pietrasanta sia stato assegnato, sabato 19 maggio, a un grande designer italiano, Walter De Silva.
Il riconoscimento, istituito nel 2000, celebra personalità che si sono distinte nell’ambito dell’ingegneria e della progettazione dell’automobile. Il nome cita due figure di grande importanza storica nel settore: il pietrasantino padre Eugenio Barsanti e l’ingegnere Felice Matteucci, inventori del motore a scoppio nella seconda metà dell’800.
L’architetto De Silva, nato a Lecco nel 1951, nella sua lunga carriera ha lavorato con alcune delle più importanti case automobilistiche: dalla FIAT all’Alfa Romeo, dalla SEAT alla Volkswagen, senza tralasciare altre forme di design (ad esempio, la poltrona Luft per FRAU e la macchina fotografica Leica M9 Titanium).
Nella mattina di sabato De Silva, assieme alla moglie Emmanuelle e a una delegazione del Premio Matteucci, è stato invitato a visitare la Fonderia d’Arte Massimo Del Chiaro, che ha realizzato il trofeo per l’ambito riconoscimento.
BestVersilia era presente: un’occasione per scoprire l’affascinante processo produttivo che dà vita a opere d’arte mozzafiato e per conoscere uno dei designer italiani più influenti.

Un affascinante incontro tra due differenti universi creativi
Aggirandoci tra le grandi sale piene di stampi e bozzetti, ascoltavamo i Del Chiaro raccontare quanto complessa e delicata sia la lavorazione di una materia dall’apparenza quasi indistruttibile come il bronzo.
Presso la Fonderia viene eseguita ancora l’originale tecnica della fusione a cera persa, che prevede una serie di passaggi da svolgere magistralmente senza lasciare niente al caso.
Nel reparto ingrandimenti, dove i bozzetti iniziali vengono realizzati in scala maggiore, ci siamo subito imbattuti in creazioni affascinanti: dal globo terrestre destinato a un grattacielo di 496 metri a Kuala Lumpur, in Malesia, alla riproduzione in miniatura della star del baseball americano Brooks Robinson, preliminare di un’opera dell’artista Joseph Sheppard.

Con la visita del designer, si respirava nell’aria un affascinante incontro tra due differenti universi creativi che hanno un elemento in comune: la tecnica e il cuore devono incontrarsi e collaborare.
De Silva ha dimostrato interesse, affabilità e disponibilità, rispondendo anche a due domande sulla sua professione che gli abbiamo rivolto: quali sono le sue principali fonti di ispirazione? C’è un modello di auto al quale è particolarmente affascinato?
“La domanda più facile” ci ha risposto “è quella sul modello al quale sono più affezionato, che è l’Alfa Romeo 156, ma potrei citarne sostanzialmente altri due: l’Audi A5 e la Volkswagen Polo. Quest’ultima è stata un successo strepitoso per una vettura utilitaria e le utilitarie sono, forse, le più difficili da disegnare. Devono piacere, ma bisogna rispettare molta disciplina nei costi e nella fabbricazione.
Per quanto riguarda l’ispirazione, sono quarantacinque anni che faccio questo mestiere e, per come la vedo io, si tratta semplicemente di allenarsi e allenarsi ancora. Così, quando arriva il momento di correre i cento metri puoi vincere.
Tutti quei colleghi che si lanciano in metafore sull’ispirazione o sui luoghi che li hanno ispirati mi fanno un po’ sorridere, perché tutte le più belle macchine che ho ideato le ho fatte in posti orribili (ride)”.

Il designer conferma l’impressione di semplicità e modestia con una battuta, guardandosi attorno nelle grandi stanze della fonderia: “Mi sento in imbarazzo tra tutti questi artisti, io che sono un imbrattatore di carte!”
In realtà, il confine tra il design e l’arte è davvero labilissimo, come dimostrerà lo stesso Walter De Silva durante la premiazione, il pomeriggio del giorno stesso presso il Chiostro di Sant’Agostino.
Disegnerà infatti in diretta, con una rapidità impressionante, l’inconfondibile veduta frontale della sua amata Alfa 156, con i tratti rapidissimi ripresi da una telecamera e proiettati su un grande schermo.

Di cosa si è trattato, se non di una performance artistica dal vivo?
La consegna del premio ha rappresentato anche un’occasione per affrontare due tematiche di grande attualità nel mondo dell’automobile: i veicoli elettrici e quelli a guida autonoma.
Sul primo tema, De Silva ha invitato alla cautela: occorre innanzitutto individuare prassi per lo smaltimento corretto delle batterie al litio, cruciali nello sviluppo sempre più massiccio dell’auto elettrica. Anche per quanto riguarda le vetture “driverless”, suggerisce un approccio graduale: sarebbe preferibile, a suo avviso, iniziare a sperimentare con mezzi che svolgono autonomamente solo piccoli itinerari (ad esempio, trovare da soli un parcheggio una volta scesi i passeggeri), lasciando alla guida “umana” percorsi più complessi.
Il pubblico ha applaudito gli interventi di De Silva, un designer che, dopo anni di lavoro al motto di “guardare alla storia per rilanciare il futuro”, ha intrapreso una nuova avventura professionale.
Assieme alla moglie, infatti, ha lanciato il brand di calzature da donna “Walter De Silva Shoes”.
Una scelta sorprendente? In realtà, la creazione di scarpe era l’attività di suo nonno materno. Un ricongiungimento con le radici familiari, quindi, dopo una brillante carriera internazionale.